
Gli inizi sono importanti. Sono fondamentali. In Atti 2, lo Spirito Santo è stato riversato a Shavuot/Pentecoste ed è nata la Chiesa. Nei 2 capitoli e 1/2 successivi, i discepoli (soprattutto Pietro) annunciano il Vangelo, più volte, a tutto il popolo ebraico riunito a Gerusalemme. Essendo ebrei che predicavano agli ebrei, avevano bisogno di costruire il loro caso per il diritto di Yeshua ad essere chiamato Messia, citando e interpretando le Scritture ebraiche che profetizzavano su di Lui. Non c'era un Nuovo Testamento da citare, ma solo l' "Antico" Testamento (AT, Tenach, Scritture ebraiche) e le parole di Gesù che avevano ascoltato direttamente da Lui.
In questi primi annunci del Vangelo, ho contato nove citazioni dirette dell'AT. Sorprendentemente, sei di esse, ovvero i due terzi, sono tratte dal Libro dei Salmi: non dalla Torah (i cinque libri di Mosè), né dai cosiddetti libri profetici, ma dai Salmi, una raccolta di preghiere devozionali e di canti di lode a Dio.
Troviamo la stessa cosa nell’epistola agli Ebrei. Questa epistola contiene circa 30-35 citazioni dirette dell'AT e, secondo i miei calcoli, 14 di queste provengono dai Salmi! Pensateci: siamo abituati a dare per scontata la natura fondamentale della Torah e dei Profeti e infatti è così. Ma quando si trattava di annunciare il Vangelo e di insegnare ai primi credenti ebrei, è il libro dei Salmi che occupa il primo posto!
Pensare ai Salmi come a una terza categoria "di tutti", quella degli "scritti", non ci permette di scoprire tutte le incredibili profezie messianiche che si trovano in essi, più che nella Torah o nei libri dei profeti come Isaia, Geremia, ecc.
Yeshua, invece, li ha messi tutti sullo stesso piano:
Ora Egli disse loro: "Queste sono le mie parole che vi ho detto mentre ero ancora con voi, affinché si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". (Luca 24:44, grassetto aggiunto dall'autore)
Cosa ci può insegnare tutto questo? In primo luogo, dobbiamo studiare tutto l'AT, in egual misura e nella sua interezza e non concentrarci troppo sulla Torah (i primi cinque libri), come avviene nel giudaismo e in alcuni movimenti di riscoperta delle radici ebraiche. In secondo luogo, indica la connessione organica tra lode, adorazione e profezia. La maggior parte dei Salmi citati dai discepoli - e nell’epistola agli Ebrei - sono canti di preghiera e di adorazione a Dio; poi, all'improvviso, il salmista inizia a profetizzare e molte volte Dio parla addirittura attraverso la voce e la penna del salmista in prima persona! (Ad esempio, Salmo 16:8-11; 132:11-12; 110:1-4; 118:22-23; 2:1-2; 2:7; 45:6-7; 8:4-6; 22:2; 95:7-11; 40:6-8...).
È una formula semplice: quando il popolo di Dio, sia individualmente che collettivamente, gli dedica il cuore, canta e fa musica per Lui e su di Lui, il fuoco dello Spirito Santo scende a "consumare" il sacrificio di lode. Il suo popolo è pieno di Spirito Santo e comincia a profetizzare le cose di Dio con potenza e "unzione". Questa formula era valida non solo ai tempi della Bibbia, ma anche oggi come allora. Ogni credente deve dedicarsi a regolari momenti di preghiera - da solo, in famiglia, nelle congregazioni, nelle case di preghiera, ecc. e aspettarsi che lo Spirito Santo lo riempia di sogni, visioni, parole, Scritture, intuizioni, parole di conoscenza, ecc. Tutto questo è lo spirito di profezia che testimonia del nostro Signore e Salvatore, Yeshua il Messia (Apocalisse 19:10).
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